La presentazione di queste soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, come Deep Search, promette di abbattere barriere negli scambi transfrontalieri, ma si inserisce in un contesto di forte espansione guidata dalla Cina e solleva interrogativi sulle nuove dipendenze tecnologiche.

[In pillole] La sintesi per chi va di fretta:
Alibaba.com ha annunciato un'importante espansione dei suoi strumenti AI, tra cui Deep Search e traduttori intelligenti, per potenziare il commercio B2B transfrontaliero. Presentate a CoCreate 2025, queste innovazioni mirano a semplificare gli scambi per le PMI. Tuttavia, in un mercato globale sempre più dominato dall'e-commerce cinese, sorgono interrogativi su nuove dipendenze e l'equilibrio del potere.
La tecnologia come motore del commercio
Al centro della nuova offerta di Alibaba.com c’è uno strumento chiamato Deep Search, un motore di ricerca B2B potenziato dall’intelligenza artificiale con capacità “multimodali”.
In termini più semplici, significa che il sistema non si limita a interpretare richieste testuali, ma è in grado di comprendere e processare anche immagini o altri tipi di input per trovare i fornitori più adatti.
L’idea è quella di rendere il processo di scoperta di un partner commerciale non solo più rapido, ma anche più preciso e intuitivo, quasi come se l’imprenditore potesse “descrivere” il prodotto che cerca senza dover conoscere la terminologia tecnica specifica o la lingua del produttore.
Questo strumento mira a superare uno degli ostacoli più grandi per le piccole imprese: la difficoltà di identificare e verificare partner affidabili in mercati lontani e complessi.
Accanto a Deep Search, sono stati introdotti altri strumenti basati sull’IA, come un traduttore intelligente in tempo reale che facilita le negoziazioni e un assistente virtuale per la gestione degli ordini, che promette di automatizzare parte del lavoro burocratico legato alle spedizioni e alla logistica, il cui successo operativo dipenderà poi da un efficiente Sistema di Gestione del Magazzino.
La promessa è quella di un commercio transfrontaliero più accessibile, dove la tecnologia agisce da mediatore e facilitatore universale.
Tuttavia, è lecito chiedersi se questa sofisticata cassetta degli attrezzi digitale sia davvero un livellatore di opportunità o se, al contrario, non finisca per creare una nuova forma di dipendenza dalle piattaforme che la offrono.
Le aziende che impareranno a padroneggiare questi strumenti avranno indubbiamente un vantaggio competitivo, ma cosa succederà a quelle che, per mancanza di risorse o competenze, rimarranno indietro?
Il rischio è che il divario tra chi cavalca l’onda dell’innovazione e chi ne viene sommerso si allarghi ulteriormente.
La scelta di presentare queste innovazioni durante CoCreate 2025 non è casuale. L’evento ha riunito oltre cento esperti del settore e ha messo in mostra i prodotti di fornitori che producono per marchi globali come Disney e Ford, creando una cornice di grande autorevolezza.
La mossa di Alibaba sembra quindi mirare non solo a fornire nuovi strumenti, ma anche a consolidare la propria posizione di infrastruttura indispensabile per il commercio del futuro. In questo modo, la piattaforma non è più solo un mercato, ma diventa un partner strategico che offre intelligenza e automazione.
Un mercato che, a giudicare dai dati, sembra offrire opportunità senza precedenti. Eppure, dietro l’apparente democratizzazione del commercio si celano dinamiche più complesse, che sollevano interrogativi sul reale equilibrio di potere in questa nuova economia digitale.
Un mercato inarrestabile, guidato dalla Cina
La scommessa di Alibaba sull’intelligenza artificiale è sostenuta da numeri che descrivono un settore, quello dell’e-commerce transfrontaliero cinese, in piena e inarrestabile espansione. Secondo i dati ufficiali, il volume totale degli scambi in questo settore ha raggiunto la cifra record di 2,71 trilioni di RMB (circa 350 miliardi di euro) nel 2024, con una crescita del 16,9% delle sole esportazioni rispetto all’anno precedente.
Questa tendenza era già evidente nel 2023, quando il settore aveva registrato un balzo del 15,6%, come descritto da una guida di Gate-Kaizen. La crescita è trainata principalmente dalla domanda globale di prodotti cinesi, ma anche da un mercato interno sempre più interessato a beni di importazione: nel 2024, ben 188 milioni di consumatori cinesi hanno acquistato prodotti dall’estero online.
Questa espansione è il risultato di una strategia a lungo termine, supportata attivamente dal governo cinese. Il 2025 segna infatti il decimo anniversario dell’istituzione delle “Zone Pilota Complete per l’E-commerce Transfrontaliero”, aree speciali che oggi sono 178 e che beneficiano di normative agevolate per dogane, tasse e flussi di dati.
Questo intervento statale ha creato un ambiente estremamente favorevole, abbattendo molte delle barriere burocratiche che altrove frenano il commercio internazionale. La forza della Cina in questo campo è tale che, secondo un’analisi di Statista, le aziende cinesi sono responsabili di quasi il 40% di tutti gli ordini online transfrontalieri a livello globale.
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In questo contesto, la mossa di Alibaba appare come il tentativo di capitalizzare su un mercato che la stessa Cina ha contribuito a creare e a dominare. Fornendo strumenti sempre più sofisticati, la piattaforma non solo facilita il commercio per le imprese straniere che vogliono vendere in Cina o acquistare da fornitori cinesi, ma rafforza anche il proprio ruolo di intermediario quasi monopolistico.
Se da un lato le piccole imprese occidentali possono trovare più facile accedere al mercato cinese, dall’altro si trovano a dover operare secondo le regole e con gli strumenti di un unico, gigantesco attore.
La questione che si pone è se questa dipendenza tecnologica e infrastrutturale non rappresenti, a lungo termine, un rischio strategico per le economie che si affidano a essa.
La facilità di oggi potrebbe diventare la vulnerabilità di domani.
Tra opportunità e nuove dipendenze
L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel commercio B2B è indubbiamente una rivoluzione che promette di rendere i mercati globali più efficienti e accessibili. Le piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale di molte economie, potrebbero competere su un piano più equo con le grandi multinazionali, trovando fornitori migliori a costi inferiori e raggiungendo clienti in angoli remoti del mondo. La narrazione proposta da piattaforme come Alibaba è quella di un livellamento del campo da gioco, una democratizzazione del commercio globale resa possibile dalla tecnologia.
Ma è importante analizzare questa narrazione con un certo scetticismo.
L’adozione di strumenti così potenti come Deep Search e gli assistenti virtuali non è neutrale. Richiede investimenti in formazione, un cambiamento nei processi aziendali, che per essere efficaci devono poggiare su un solido ERP (Enterprise Resource Planning), e, soprattutto, una crescente fiducia e dipendenza dalla piattaforma che li fornisce. Alibaba, offrendo queste soluzioni, raccoglie una quantità enorme di dati sulle transazioni, le preferenze e le strategie commerciali delle aziende che usano il suo servizio.
Questi dati, a loro volta, le permettono di affinare i suoi algoritmi e di rafforzare ulteriormente la sua posizione dominante, creando un circolo virtuoso per la piattaforma, ma potenzialmente vizioso per i suoi utenti.
La domanda cruciale è: chi detiene realmente il potere in questa nuova configurazione del commercio globale?
L’imprenditore che usa gli strumenti o la piattaforma che li controlla e li modella?
Inoltre, questa spinta verso l’automazione potrebbe avere conseguenze inaspettate sul mercato del lavoro e sulle competenze richieste. Figure professionali come buyer, agenti commerciali e specialisti di logistica potrebbero vedere il loro ruolo ridimensionato o trasformato dall’intelligenza artificiale. Se da un lato questo può portare a una riduzione dei costi per le aziende, dall’altro richiede una riqualificazione della forza lavoro su larga scala.
In conclusione, l’iniziativa di Alibaba.com rappresenta un passo avanti significativo nell’evoluzione del commercio internazionale, un passo che promette di sbloccare enormi potenzialità. Tuttavia, come ogni grande trasformazione tecnologica, porta con sé non solo opportunità, ma anche nuove sfide e complesse questioni di equilibrio di potere, che richiederanno un’attenta osservazione da parte di imprese e regolatori nei prossimi anni.
 
         
         
         
        


