Il riassestamento strategico è alimentato da una valutazione interna che considera i modelli di punta di OpenAI troppo lenti e onerosi per specifiche applicazioni aziendali, spingendo Microsoft a integrare le soluzioni di Anthropic per offrire maggiore efficienza e diversificazione ai suoi clienti.

[In pillole] La sintesi per chi va di fretta:
Microsoft integra i modelli AI di Anthropic in Copilot Studio, affiancando OpenAI. La decisione è strategica, dovuta alla lentezza e ai costi di GPT-4 per alcune applicazioni aziendali. Microsoft mira a offrire ai clienti enterprise maggiore flessibilità e opzioni più efficienti, diversificando la propria dipendenza tecnologica nell'ecosistema dell'intelligenza artificiale.
Un’alleanza che scricchiola?
L’annuncio ufficiale, veicolato attraverso il blog aziendale, parla chiaro: i modelli Claude di Anthropic sono ora disponibili per i clienti di Microsoft Copilot Studio, la piattaforma che permette alle aziende di creare e personalizzare i propri assistenti virtuali e agenti AI.
Non si tratta di un’integrazione superficiale, ma di un’opzione profonda che mette a disposizione delle imprese le capacità di modelli come Claude 3.5 Sonnet e Claude 3 Opus, noti nel settore per le loro performance in compiti complessi di ragionamento e analisi.
Il piano di rilascio è graduale: già attivo per un numero ristretto di clienti, si estenderà a tutti gli ambienti di test entro poche settimane, per poi diventare pienamente operativo entro la fine del 2025.
Questa apertura a un nuovo partner tecnologico arriva dopo anni in cui Microsoft ha investito oltre 13 miliardi di dollari in OpenAI, integrando i suoi modelli in quasi ogni aspetto del proprio software, da Windows a Office, passando per il motore di ricerca Bing.
L’esclusività di fatto di questa relazione sembrava incrollabile.
Tuttavia, secondo quanto riportato da Windows Central, la necessità di ottimizzare le operazioni su scala aziendale avrebbe spinto i vertici di Redmond a cercare alternative.
La velocità di elaborazione e i costi operativi, fattori determinanti quando si parla di milioni di richieste gestite quotidianamente per clienti enterprise, avrebbero messo in luce alcuni limiti dell’architettura di OpenAI.
La mossa di Microsoft può quindi essere letta non come un tradimento, ma come un pragmatico allineamento alle esigenze del mercato. Le aziende non cercano solo il modello più potente in assoluto, ma quello più efficiente per un compito specifico.
In questo contesto, offrire una scelta diventa un vantaggio competitivo.
Eppure, è impossibile non chiedersi se questa decisione non sia anche un modo, per Microsoft, di ridurre la propria dipendenza strategica da un singolo fornitore, per quanto stretto sia il legame.
Una diversificazione che la proteggerebbe da eventuali future turbolenze o da un’eccessiva pressione negoziale da parte di OpenAI.
Le ragioni di questa scelta, però, non sono solo strategiche, ma si basano su dati di performance e analisi dei costi che mostrano un quadro più complesso di quanto appaia.
Una questione di numeri (e di portafoglio)
Analizzando le differenze tra i modelli di OpenAI e Anthropic, la strategia di Microsoft assume contorni più definiti. Non si tratta di una preferenza ideologica, ma di una scelta basata su calcoli precisi.
Il modello Claude 3.5 Sonnet di Anthropic, per esempio, è quasi due volte più economico di GPT-4o per la gestione dei dati in ingresso (input token), mantenendo un costo identico per i dati in uscita, come descritto in un’analisi comparativa di PlainEnglish.io.
Per un’azienda che processa enormi volumi di documenti, contratti o email dei clienti, un risparmio del 50% sul costo di “lettura” da parte dell’AI si traduce in milioni di dollari di differenza a fine anno.
A questo si aggiunge una “finestra di contesto” – la quantità di informazioni che il modello può elaborare in una singola richiesta – superiore di oltre il 50% rispetto a quella di GPT-4o, permettendogli di analizzare documenti più lunghi e complessi senza perdere il filo del discorso.
Le performance non sono da meno.
Sebbene i benchmark siano spesso oggetto di dibattito, diverse analisi indipendenti indicano che i modelli di punta di Anthropic, come Claude 3 Opus, mostrano prestazioni superiori a GPT-4 in aree specifiche come il ragionamento logico avanzato, la generazione di codice informatico e la capacità di gestire compiti che richiedono più passaggi autonomi.
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Per esempio, nell’automazione di flussi di lavoro complessi, come l’analisi di report finanziari per estrarre dati specifici e inserirli in un altro sistema, la maggiore affidabilità e coerenza di Claude può fare la differenza tra un processo automatizzato con successo e uno che richiede una costante supervisione umana.
Questa capacità di automatizzare in modo affidabile flussi di lavoro come l’analisi finanziaria tocca il cuore operativo dell’azienda. Questi processi critici si basano sui dati contenuti nel sistema nervoso centrale dell’organizzazione: l’ERP (Enterprise Resource Planning). L’integrazione di un’IA efficiente con questa piattaforma è il punto esatto in cui l’automazione smette di essere un’utility e diventa un vantaggio strategico.
Microsoft, quindi, non sta sostituendo un modello con un altro, ma sta creando una sorta di “cassetta degli attrezzi” per i suoi clienti.
Un’azienda potrebbe decidere di usare un modello di OpenAI, magari più performante nella generazione di testi creativi, per alimentare il chatbot delle comunicazioni interne, e allo stesso tempo affidarsi a un modello di Anthropic per processi critici come la revisione di conformità legale, dove la precisione e il costo per analisi di documenti estesi sono prioritari.
Questa flessibilità, tuttavia, non è stata concessa senza limiti, ma è stata inquadrata in una struttura di controllo molto rigida, che rivela la delicatezza dell’operazione.
Una scelta controllata, non una rivoluzione
È fondamentale sottolineare un aspetto che chiarisce la portata reale dell’operazione: l’integrazione di Anthropic non riguarda l’esperienza utente di tutti i giorni. I modelli Claude non saranno disponibili, almeno per ora, in Copilot Chat o nelle integrazioni dirette con le applicazioni di Microsoft 365 come Word, Excel o Teams.
Come precisato da Microsoft, l’uso dei modelli di OpenAI rimane lo standard per la stragrande maggioranza degli utenti. La novità è confinata a Copilot Studio, un ambiente per specialisti e sviluppatori.
Questa distinzione è tutt’altro che secondaria: Microsoft sta offrendo una nuova potente opzione a chi costruisce soluzioni AI su misura, ma non sta cambiando il motore del suo prodotto di massa.
Inoltre, l’adozione dei modelli Anthropic non è automatica. Gli amministratori IT di un’azienda devono abilitarli esplicitamente attraverso il pannello di controllo di Microsoft 365.
È un sistema opt-in, progettato per dare alle organizzazioni il pieno controllo sulla tecnologia che utilizzano, permettendo loro di valutare attentamente le implicazioni in termini di sicurezza, privacy e costi prima di procedere. È una mossa che rassicura il mercato enterprise, spesso cauto nell’adottare nuove tecnologie senza adeguate garanzie.
Il blog ufficiale di Microsoft ha anche previsto un meccanismo di fallback automatico: se un agente AI costruito su un modello Anthropic dovesse trovarsi in un ambiente in cui questo non è abilitato, il sistema passerà automaticamente a GPT-4o, garantendo la continuità del servizio.
Questa architettura permette scenari molto avanzati, come l’orchestrazione multi-agente, in cui un’azienda può far collaborare diversi assistenti AI, ciascuno basato sul modello più adatto al suo compito, per risolvere un problema complesso.
È la visione di un futuro in cui la scelta del modello di intelligenza artificiale non sarà più binaria, ma dipenderà finemente dal contesto.
Per Microsoft, questa è una mossa strategica che la posiziona come un aggregatore neutrale di tecnologie, un fornitore di infrastruttura più che un semplice rivenditore delle capacità di OpenAI.
Resta da vedere come reagirà la stessa OpenAI a questa apertura alla concorrenza da parte del suo principale partner e investitore, e se questo primo passo porterà in futuro a una presenza ancora più marcata di modelli alternativi nell’universo Microsoft.
 
         
         
         
        


