La grande scommessa di Elon Musk: Grok 5 di xAI punta all’AGI sfidando OpenAI e Google

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Le affermazioni di Elon Musk su Grok 5, che potrebbe raggiungere l’Intelligenza Artificiale Generale entro fine 2025, sono accompagnate da investimenti colossali in infrastrutture e una strategia competitiva aperta verso i rivali storici.

La grande scommessa di Elon Musk: Grok 5 di xAI punta all’AGI sfidando OpenAI e Google
[In pillole] La sintesi per chi va di fretta:
Elon Musk scuote il settore IA con xAI e Grok 5, promettendo il raggiungimento dell'Intelligenza Artificiale Generale (AGI) entro il 2025. La mossa intensifica la competizione con OpenAI, supportata da investimenti infrastrutturali massicci e l'integrazione con l'ecosistema Tesla. Nonostante le passate scadenze mancate, Musk punta a un punto di svolta tecnologico globale.

La competizione diretta con OpenAI

L’offensiva di Musk non è solo rivolta al futuro, ma si ancora saldamente al presente. Ha infatti affermato che il modello attuale di xAI, Grok 4, sarebbe già superiore a GPT-5, l’ultima versione del modello di OpenAI recentemente integrato nei prodotti Microsoft.

Grok 5 sarà disponibile prima della fine dell’anno“, sostiene Musk, aggiungendo che il suo modello è in continuo miglioramento. Si tratta di un attacco diretto al cuore della strategia di Microsoft, che ha puntato enormemente sull’integrazione di GPT-5 per potenziare i suoi servizi, da Microsoft 365 a GitHub Copilot.

Affermazioni del genere, in un settore dove i benchmark sono spesso complessi e oggetto di dibattito, sono difficili da verificare in modo indipendente, ma servono a posizionare xAI come un concorrente credibile e tecnologicamente avanzato.

Per sostenere questa sfida, xAI ha adottato una strategia commerciale aggressiva. A differenza dei suoi principali rivali, che tendono a blindare i loro modelli più avanzati dietro abbonamenti, l’azienda di Musk ha reso Grok 4 accessibile anche agli utenti gratuiti di X, sebbene con delle limitazioni d’uso.

Questa mossa può essere interpretata in diversi modi. Da un lato, è una chiara tattica per allargare la base di utenti e raccogliere dati preziosi per l’addestramento. Dall’altro, potrebbe essere un segnale di fiducia nelle capacità del proprio modello, abbastanza solido da poter essere offerto a un pubblico più vasto senza timore di sfigurare.

Secondo alcune analisi comparative, Grok 4 ha già mostrato risultati competitivi, eccellendo in particolare nei compiti di ragionamento e nel benchmark ARC, considerato un test impegnativo per misurare le capacità di un’IA di avvicinarsi all’intelligenza generale.

Ma per alimentare una macchina da guerra tecnologica di questa portata, le parole non bastano: servono fondamenta computazionali solide e, soprattutto, immense.

Un’infrastruttura per sostenere l’ambizione

Dietro le dichiarazioni di Musk si cela un investimento colossale in infrastrutture. Il cuore pulsante di xAI è il supercomputer “Colossus”, un sistema di addestramento che, secondo le stime, utilizza già circa 200.000 GPU H100 di Nvidia, tra i chip più potenti e richiesti sul mercato per questo tipo di applicazioni.

Questo numero, già di per sé enorme, è destinato a crescere in modo esponenziale. I piani di xAI prevedono di espandere la potenza di calcolo di 250 volte nei prossimi cinque anni, un ordine di grandezza che suggerisce la volontà di addestrare modelli di una complessità oggi difficilmente immaginabile. Un tale dispiegamento di risorse economiche e tecnologiche chiarisce che le ambizioni di Musk non sono solo fumo comunicativo, ma poggiano su un piano industriale concreto.

A questa strategia basata sulla potenza di calcolo si affianca un approccio all’apertura che si distingue da quello dei concorrenti. Mentre OpenAI è diventata progressivamente più “chiusa” nel tempo, proteggendo gelosamente i suoi modelli più avanzati, xAI ha intrapreso un percorso diverso.

– Leggi anche: Edge computing: l’AI si decentralizza, spostandosi dal Cloud ai dispositivi

L’azienda ha reso open source il suo modello Grok 2.5 e ha annunciato l’intenzione di fare lo stesso con Grok 3 entro sei mesi. Questa filosofia potrebbe rivelarsi un vantaggio strategico: mettere a disposizione della comunità di sviluppatori i propri modelli, anche se non i più recenti, può accelerare l’innovazione, anche attraverso lo sviluppo di software con AI su misura, favorire l’adozione della tecnologia e creare un ecosistema di applicazioni che ruota attorno a Grok.

È un modello che favorisce la collaborazione e la trasparenza, anche se espone l’azienda al rischio che altri possano beneficiare direttamente del suo lavoro.

Questo posiziona xAI in un modo unico, ma solleva anche interrogativi sulla coerenza tra le passate preoccupazioni di Musk sui rischi dell’IA e l’attuale, accelerata corsa verso il suo sviluppo più estremo.

Tra promesse visionarie e scadenze mancate

È impossibile analizzare le promesse di Elon Musk senza considerare il suo passato. La sua carriera è costellata di successi straordinari, come la rivoluzione dei veicoli elettrici con Tesla e la conquista dello spazio con SpaceX, ma anche di annunci audaci le cui scadenze sono state più volte posticipate.

Il caso più noto è forse quello della guida completamente autonoma (Full Self-Driving) per le auto Tesla, promessa da anni come imminente e ancora oggi non pienamente realizzata. Questo precedente invita a una certa cautela nel prendere alla lettera la scadenza di fine 2025 per un’AGI funzionante.

La comunità scientifica è divisa: alcuni ritengono che le dichiarazioni di Musk siano più che altro uno strumento di marketing per attrarre talenti e investimenti, mentre altri riconoscono che il ritmo di progresso dell’IA è tale da non poter escludere sorprese.

Tuttavia, xAI possiede un asso nella manica che i suoi concorrenti non hanno: l’accesso a un flusso di dati dal mondo reale unico nel suo genere. L’integrazione di Grok con la flotta di veicoli Tesla e i robot umanoidi Optimus potrebbe fornire al modello un campo di addestramento pratico e continuo, molto diverso dai dati prevalentemente testuali su cui si basano gli altri modelli.

Un’IA che impara a navigare nel mondo fisico, a interpretare dati sensoriali complessi e a interagire con oggetti e persone potrebbe sviluppare una comprensione del contesto molto più profonda. In questo senso, l’ecosistema di Musk non è solo un insieme di aziende separate, ma un potenziale laboratorio a cielo aperto per la creazione di un’intelligenza veramente generale.

La corsa verso l’AGI, quindi, si fa sempre più intensa e la domanda che resta sospesa è se l’approccio di Musk, fatto di annunci audaci, investimenti massicci e un’integrazione unica con il mondo fisico, si rivelerà la strada giusta, o se Grok 5 finirà per essere un’altra delle sue visionarie, ma premature, promesse.

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