Questo accordo si inserisce in una strategia molto più ampia con cui l’azienda punta a soddisfare l’enorme fabbisogno energetico dell’intelligenza artificiale, posizionandosi tra i maggiori acquirenti di energia pulita al mondo.
[In pillole] La sintesi per chi va di fretta:
Meta investe 100 milioni di dollari in un parco solare in South Carolina per alimentare il suo data center da 800 milioni dedicato all'AI. L'iniziativa, frutto di una partnership con Silicon Ranch, si inserisce nella più ampia strategia di Meta per coprire il 100% del consumo energetico con rinnovabili e raggiungere emissioni nette zero entro il 2030, fronteggiando la crescente domanda in ambito AI.
Un accordo per sostenere l’intelligenza artificiale
Meta, la società che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, ha annunciato un nuovo, significativo investimento nel settore delle energie rinnovabili.
Si tratta di un progetto da 100 milioni di dollari per la costruzione di un parco solare in South Carolina, pensato specificamente per alimentare il suo primo data center nello stato, una struttura da 800 milioni di dollari dedicata in gran parte a supportare lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale.
L’accordo è stato siglato con Silicon Ranch, uno sviluppatore con cui Meta ha già una lunga storia di collaborazioni, arrivando con questo al diciottesimo progetto congiunto.
L’impianto, che sorgerà nella contea di Orangeburg e dovrebbe diventare operativo nel 2027, non è un’iniziativa isolata, ma si inserisce in una strategia molto più ampia. Come descritto da TechCrunch, la particolarità di questo progetto risiede anche nell’impegno a utilizzare quasi esclusivamente attrezzature prodotte negli Stati Uniti, una mossa che si allinea con le recenti politiche federali volte a rafforzare la filiera nazionale delle tecnologie pulite.
Secondo i termini dell’accordo, Silicon Ranch finanzierà, costruirà e gestirà l’impianto, mentre Meta acquisirà tutti i crediti di energia rinnovabile generati, garantendosi così di poter classificare come “verde” l’energia consumata dal suo data center. Questa struttura contrattuale, nota come PPA (Power Purchase Agreement), è diventata uno standard per le grandi aziende tecnologiche che cercano di decarbonizzare le proprie attività senza dover gestire direttamente la complessità della produzione energetica.
La scelta della South Carolina non è casuale e riflette la necessità di localizzare le fonti di energia rinnovabile il più vicino possibile ai centri di consumo, in questo caso i data center.
Queste enormi infrastrutture, sempre più affamate di elettricità a causa del carico computazionale richiesto dall’intelligenza artificiale, rappresentano una delle maggiori sfide per la stabilità delle reti elettriche regionali. L’approccio di Meta sembra quindi mirare a risolvere il problema alla radice: costruire nuova capacità energetica pulita in parallelo all’espansione della propria infrastruttura digitale.
Ma questo singolo accordo, per quanto rilevante, è solo la punta di un iceberg di investimenti e strategie che posizionano l’azienda tra i più grandi acquirenti di energia pulita al mondo.
Una strategia energetica su larga scala
L’annuncio del parco solare in South Carolina si aggiunge a un portafoglio energetico già imponente. Dal 2020, Meta dichiara di aver raggiunto il 100% di copertura del proprio consumo elettrico annuale con energia proveniente da fonti rinnovabili, un traguardo mantenuto grazie a contratti che, nel complesso, superano i 12 gigawatt di capacità a livello globale. Per dare un’idea delle dimensioni, si tratta di una quantità di energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di milioni di abitazioni.
Solo nel 2025, prima ancora di questo accordo, la società aveva già finalizzato contratti per oltre 2 gigawatt di nuova capacità solare, stringendo partnership con diversi sviluppatori in stati come Ohio, Kansas e Texas.
Questa corsa all’energia pulita non è dettata solo da un impegno ambientale, ma da una necessità operativa sempre più pressante. La crescita esponenziale dell’intelligenza artificiale richiede una quantità di energia che i modelli di business precedenti non avevano previsto.
Per le grandi aziende tecnologiche, assicurarsi un approvvigionamento energetico stabile, a costi prevedibili e a basso impatto carbonico è diventato un imperativo strategico. Le energie rinnovabili, in particolare il solare, offrono una soluzione efficace su tutti e tre i fronti: aiutano a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità richiesti da investitori e consumatori, forniscono energia a un costo competitivo e, cosa non meno importante, possono essere sviluppate in tempi relativamente rapidi, riducendo i colli di bottiglia nell’attivazione di nuovi data center.
– Leggi anche: Anthropic e autori: Accordo storico sul copyright AI chiude la prima causa importante del settore
Tuttavia, la strategia di Meta non si limita alle fonti più tradizionali come sole e vento. Recentemente, l’azienda ha stretto un accordo con Sage Geosystems per sostenere lo sviluppo della prima centrale geotermica di nuova generazione su larga scala a est delle Montagne Rocciose, come si legge nel blog sulla sostenibilità di Meta.
Questa diversificazione indica la consapevolezza che il solare e l’eolico, essendo fonti intermittenti, non possono da sole garantire la stabilità della rete elettrica, specialmente con l’aumento della domanda. La geotermia, invece, offre una fonte di energia continua, o “di base”, essenziale per alimentare infrastrutture critiche 24 ore su 24.
Questo approccio multifattoriale solleva però una domanda più profonda:
questi enormi investimenti sono sufficienti a compensare l’impronta ecologica di un’espansione tecnologica senza precedenti o rappresentano semplicemente il costo minimo da pagare per continuare a crescere?
La sostenibilità come imperativo economico (e di immagine)
La risposta a questa domanda risiede negli obiettivi climatici che Meta si è autoimposta. L’azienda punta a raggiungere le emissioni nette zero lungo tutta la sua catena del valore entro il 2030, un’operazione di monitoraggio e gestione alquanto complessa vista la necessità di gestire e pianificare accuratamente le risorse d’impresa impiegate.
Questo obiettivo, molto più ambizioso del traguardo raggiunto nel 2020 (che copriva solo le operazioni dirette), include anche le emissioni dei fornitori, della logistica e persino dell’utilizzo dei suoi prodotti da parte degli utenti finali.
È una sfida complessa, che costringe l’azienda a riconsiderare ogni aspetto del proprio business, trasformando la sostenibilità da centro di costo a leva strategica.
In questo contesto, ogni nuovo data center alimentato da un nuovo parco solare non è solo una vittoria per l’ambiente, ma un passo necessario per la sopravvivenza stessa del modello di business a lungo termine.
L’impatto di questa strategia, secondo i dati riportati nel report di sostenibilità di Meta, va oltre i benefici ambientali. Si stima che gli investimenti in energie rinnovabili abbiano generato oltre 14 miliardi di dollari in investimenti di capitale e supportato la creazione di decine di migliaia di posti di lavoro nei territori coinvolti.
Questo trasforma i progetti energetici in potenti strumenti di sviluppo economico locale, creando un circolo virtuoso in cui Meta ottiene l’energia di cui ha bisogno, le comunità locali beneficiano di nuovi posti di lavoro e investimenti, e la rete elettrica nazionale diventa progressivamente più pulita e resiliente.
Resta però un dubbio di fondo.
L’enorme appetito energetico dell’intelligenza artificiale sta spingendo le aziende tecnologiche a diventare, di fatto, degli attori protagonisti nel settore. Se da un lato questo accelera la transizione verso le rinnovabili, dall’altro concentra un potere enorme nelle mani di poche grandi società, la cui priorità resta, legittimamente, il proprio interesse commerciale.
Il progetto in South Carolina è un esempio perfetto di questa dualità: un’iniziativa che porta benefici tangibili, ma che è nata per sostenere un’espansione tecnologica la cui sostenibilità complessiva, al di là dei singoli data center, è ancora tutta da dimostrare.
La vera sfida, per Meta e per l’intero settore, sarà bilanciare la promessa di un futuro tecnologicamente avanzato con la responsabilità di garantirne la sostenibilità ecologica e sociale.